1. Canti di tradizione non liturgica — Introduzione all'edizione critica

Francesco Stella
I – CANTI DI TRADIZIONE NON LITURGICA

I TESTI

I testi in questa sezione e nel primo volume/CD-ROM costituiscono, per una selezione operata dalla storia ma non senza cause, una sorta di antologia della migliore lirica religiosa e profana di tradizione extraliturgica del periodo lato sensu carolingio. Non si vorrà qui fare il punto storico-letterario su un campionario così elevato, che è stato oggetto altrove delle ricerche del gruppo, ma non si potrà non attirare l’attenzione sull’importanza capitale, per valore documentario e letterario, di quasi tutti i testi qui raccolti: dai capolavori confessionali di Paolino d’Aquileia alle drammatiche creazioni liriche di Gotescalco, dai testi penitenziali come Anima nimis ai planctus per personaggi storici come l’A solis ortu per Carlo Magno, il Mecum Timavi per il duca Erico e Hug dulce nomen per l’abate di Charroux, dal ritmo di Angilberto per la battaglia di Fontenoy a teatralizzazioni bibliche come l’Adam, Arbor, Fuit Domini, Tertio in flore, da indovinelli surreali come Audite versus e allegorizzazioni paraliturgiche come l’Avis haec magna a testi di catechesi morale e celebri canti natalizi come il Gratuletur, entrato nel repertorio di canzonieri laici come i Carmina Cantabrigensia, dalle canzoni di guerra di aristocrazie locali come il ritmo modenese agli inni escatologici che anticipano di secoli il Dies irae come il Qui de mortis, o alle precursioni del Ludus de Antichristo come il Quique cupitis. Si ha l’impressione che la musica abbia selezionato in questa raccolta una sorta di laboratorio di tendenze, di temi, modi ed espressioni della poesia che si imporrà nei secoli successivi, distillandone una sequenza di perle che rappresentano spesso dei vertici della letteratura di quest’epoca e la cui esecuzione musicata fa immaginare diffusi e conosciuti ben oltre la cerchia dei litterati. Siamo convinti che il genere ritmico rappresenta infatti il livello letterato di una poesia semipopolare nata – spesso fuori dalle scuole – probabilmente dalla ritmizzazione della prosa, e la presenza della musica seleziona in qualche modo gli esempi in grado di rappresentare una codifica delle esigenze della nuova comunicazione poetica. Ci auguriamo che anche il presente, che ancora legge e canta poesia ritmica, consideri la leggerezza monumentale di questi documenti degna di partecipazione ancora viva.