Introduzione generale

Francesco Stella
CORPUS RHYTHMORUM MUSICUM SAEC. IV-IX.

 

Il progetto presenta l’edizione critica delle poesie ritmiche latine musicate dei secoli IV-IX e restituisce per la prima volta – a stampa e in formato digitale – i testi insieme alle relative musiche. Si tratta delle prime composizioni latine in versificazione non più quantitativa ma ritmica, cioè sillabotonica (fondata su criteri accentuativi e sillabici). Questa tradizione testuale inizia nel IV secolo con lo Psalmus responsorius del Papiro di Barcellona e con lo Psalmus contra Donatistas di Agostino e trova una prima sistemazione matura nell’epoca carolingia, per poi svilupparsi in dimensioni grandiose nella lirica europea, latina e vernacolare, dei secoli successivi, fino ai Carmina Burana e alle Fleurs du mal. Di questa tipologia versificatoria, da cui nasce la poesia occidentale moderna, il Corpus raccoglie in una prima fase le liriche che presentano una tradizione musicale, quelle cioè della cui esecuzione cantata i codici hanno conservato traccia in una notazione neumatica: potremmo definirle in un certo senso le prime "canzoni" della cultura europea di cui ci sia giunta la musica.

 

I PROLEGOMENI

Il progetto è nato dalla confluenza di ricerche musicologiche in corso a Cambridge e ricerche filologiche condotte ad Arezzo e Firenze: due linee parallele che hanno trovato un terreno di coltura comune nel programma di euroconferenze Poetry of early medieval Europe realizzato con fondi della Commissione Europea negli anni 1998-2000. Questo programma ha consentito la formazione di un’équipe di ricerca internazionale, riflessa nella composizione del Comitato Scientifico e nell’elenco degli editori e dei collaboratori all’edizione, e l’elaborazione di due volumi con 44 studi preparatori, presentati in tre convegni ad Arezzo, Ravello e München (integrati da un workshop a Burgos nel 2003), che hanno profondamente innovato gli studi sull’argomento e che vogliamo considerare i veri e propri prolegomeni all’edizione: riguardano la storia della versificazione, i confronti con la metrica di altre letterature coeve, la storia della tradizione manoscritta, le teorie linguistiche, le considerazioni sui metodi filologici adatti a questo tipo di testi, l’analisi di singole liriche, l’anticipazione di editiones principes del Corpus , il rapporto con la musica, le potenzialità scientifiche della tecnologia informatica e altri temi correlati all’edizione. A questa messe di lavori, per i quali rinviamo ai volumi citati (Poesia dell’alto medioevo 2000, Poetry 2003, Poesía medieval 2005), si aggiungono ovviamente le introduzioni generali mia e di Sam Barrett all’edizione, l’introduzione di Patrizia Stoppacci ai manoscritti, e la premessa di Giacomo Baroffio alle trascrizioni moderne delle musiche e ai criteri della loro esecuzione cantata, registrata nel CD-ROM, mentre una serie di studi sulla composizione e diffusione delle grandi raccolte manoscritte e un bilancio dei risultati relativi a lingua e metro sono previsti in chiusura del Corpus .


VOLUMI PREVISTI

La scansione che abbiamo previsto per la pubblicazione prende avvio dalle poesie religiose o profane tramandate in raccolte testuali non liturgiche (esclusivamente o anche in raccolte non liturgiche), edite in questo volume/ cd e nel successivo (dedicato ai ritmi computistici e ai calendari ritmici musicati), per poi proseguire con gli inni e le altre composizioni liturgiche a carattere ritmico. Questa articolazione, che potrà subire variazioni in base alle decisioni del comitato scientifico e alla disponibilità delle risorse, dipende in primo luogo dalle recenti ricerche, dovute soprattutto a Sam Barrett, sulla musica dei grandi canzonieri latini altomedievali e si collega così a una valorizzazione, se non a una vera e propria riscoperta, della dimensione anche laica della produzione poetico-musicale dell’alto medioevo latino, ed europeo. Ne possiamo analizzare le motivazioni scientifiche nell’introduzione all’edizione musicale dello stesso Barrett (vd. infra).

Ogni tomo comprenderà un volume, con l’edizione "ricostruita" (comunemente detta "critica") dei testi e delle notazioni musicali e le relative introduzioni specifiche e generali, e un CD-ROM con le trascrizioni, le riproduzioni dei manoscritti (finché le risorse ne permetteranno l’acquisizione) e le schedature musicali, metriche e linguistiche, con un programma di ricerca che fungerà anche da generatore di indici di qualsiasi tipo. Le trascrizioni sono accompagnate nel CD-ROM da osservazioni non sistematiche su grafia, mise en page, divisione strofica e interpunzione metrica.

Nel caso di musiche che abbiano avuto trascrizioni anche moderne, come in questo primo tomo, la sezione musicale del CD-ROM contiene anche una visualizzazione delle trasposizioni su pentagramma e le registrazioni audio delle relative esecuzioni cantate, di solito limitate alla prima o alle prime due strofe (vd. la premessa di Giacomo Baroffio), la cui linea melodica abitualmente veniva poi ripetuta per tutta la canzone: un dato che nessun libro a stampa avrebbe potuto ospitare ma che contribuisce a una fruizione dei "ritmi" certamente più vicina a quella originale.

L’ordine dei testi è provvisoriamente alfabetico per incipit, ma il CD-ROM sarà in grado di produrre ordinamenti cronologici o di altro tipo, così come di creare indici e concordanze di parole, elenchi, manoscritti e altri dati.


LA FORMA DIGITALE

L’altra novità che questo Corpus intende proporre non solo nei contenuti, ma anche nel metodo è infatti la forma digitale dei materiali che accompagnano il volume a stampa: per la prima volta si presentano, oltre al testo criticamente ricostruito in una o più redazioni, tutte le trascrizioni di tutti i testimoni (più di 170) e le riproduzioni fotografiche di ogni manoscritto, le cui autorizzazioni sono state concesse da 46 biblioteche di tutta Europa. Questo consentirà al ricercatore non solo di poter verificare direttamente sulla fonte il lavoro ecdotico proposto, condizione che viene sentita come sempre più necessaria a un’edizione che voglia essere autenticamente critica, ma soprattutto di avere a disposizione i materiali per qualsiasi studio o perfino edizione alternativa sui medesimi testi e sulle medesime musiche.

Questi elementi, articolati in centinaia di campi, sono poi corredati da una schedatura analitica dei dati paleografici, musicali e linguistici – consultabile solo sul CD-ROM, come le trascrizioni e le foto – che si può interrogare tramite un programma di ricerca appositamente elaborato da Luigi Tessarolo. La schedatura, dovuta a studiosi di varie università europee, è tenuta in costante aggiornamento e incremento sul sito internet del Corpus (http://www.corimu.unisi.it ) che intende presentare lo stato più avanzato dell’edizione e costituire un terreno di discussione aperta sui temi scientifici collegati all’edizione: lo studio della lingua latina nel periodo di transizione alle lingue protoromanze e lo studio della versificazione latina nel periodo di transizione dal metro al ritmo. Problemi su cui si susseguono dati e ipotesi interpretative testimoniate per la linguistica dai convegni triennali su Late and Vulgar Latin con il relativo imponente retroterra bibliografico, e per la metrica dalle tesi contrastanti di Pighi, Meyer, Norberg e Klopsch, oltre che dei romanisti come D’Ovidio, Paris, Avalle, Roncaglia o Spanke. A questo proposito confidiamo sull’utilità che, per una considerazione sistematica dei problemi, potrà avere una riedizione dei testi che tenga maggior conto delle molteplicità di redazioni e del contesto performativo, musicale, e in ultima analisi orale attestato dalla tradizione manoscritta, e la disponibilità completa di materiale critico e di dati filologici confrontabili grazie a un motore di ricerca. Già dai primi sondaggi, infatti, emerge una situazione certamente molto frastagliata e magmatica, con tendenze all’anisosillabismo tipiche delle fasi primitive delle nuove versificazioni (si pensi alla storia della poesia italiana, francese e spagnola), ma si apprezza anche una forza propulsiva dell’impulso ritmico da inizio a fine verso e un condizionamento della musica che alcune ipotesi contraddittorie di Norberg avevano forse oscurato.

La schedatura potrà incrociare la consultazione di questi dati con i dati generali sul testo (autore, datazione, manoscritti, bibliografia) per combinare ricerche impensabili con gli strumenti convenzionali, come individuare le aree di maggior diffusione di determinate melodie o di determinati temi, il periodo di sviluppo di certi schemi metrici o di qualche fenomeno linguistico, la presenza di un certo dato in un autore o in un’area geografica, ecc.


L’ANALISI LINGUISTICA

I criteri di queste schedature sono stati elaborati dal comitato scientifico specificamente per il progetto Corpus . Esse sono state effettuate a due livelli. Un primo livello registra le divergenze più evidenti del testo rispetto alla grammatica convenzionale del latino classico e postclassico, suddiviso in sezioni tradizionali fonetiche (vocalismo, consonantismo, accentazione), morfologiche (nome e verbo) e sintattiche, in base a un elenco di fenomeni suggerito da Peter Stotz e integrato da me, e realizzato da Lucie Dolezalova e Nadia Togni; dove ci sembrava possibile quest’analisi è stata condotta non solo sul testo ricostruito ma anche sulle versioni offerte da singoli testimoni. Un secondo livello tenta invece un’analisi sperimentale di linguistica diacronica utile a fornire indicazioni sul grado di sofisticazione del linguaggio e, in prospettiva, sulla distanza o sulla prossimità del latino di queste poesie agli sviluppi romanzi: statuto sociolinguistico (livello culturale dell’autore, destinatari, zona linguistica); frequenza delle preposizioni in rapporto al numero di enunciati e in rapporto ai casi; statistica delle disgiunzioni verbali (grado di separazione fra soggetto e verbo), nominali (separazione fra elementi del SN = nome/aggettivo/participio), studio del rapporto topologico (posizione rispetto al verbo del blocco SN in accusativo = SN2, posizione rispetto al verbo del blocco SN in caso obliquo dativo/ ablativo = SN3, posizione del blocco SN4 = genitivo o dativo rispetto al blocco SN che esso completa), fraseggio (idiomatismi in segmenti brevi da 2 a 4 parole o in segmenti lunghi, e successione di segmenti lunghi), e l’incrocio possibile di questi dati con quelli su accentazione e ritmo che vengono registrati nello schema di analisi della versificazione. Questa schedatura è stata effettuata da Francesca Sivo e Nadia Togni.

Il programma informatico consente di effettuare ricerche su ognuno di questi fenomeni e anche su ogni termine di ogni edizione e ogni trascrizione, anche se ovviamente si tratta di ricerca sulle singole forme e non su lemmi, che su materiale di questo tipo sarebbe stato arbitrario fissare in maniera definitiva.

Sui risultati di queste indagini i linguisti del comitato scientifico (Banniard, Stotz, Spaggiari) proporranno le loro ipotesi interpretative quando avremo a disposizione i dati di tutto il Corpus , ma già i sondaggi effettuati finora (ad es. F. Stella, Prossimità al protoromanzo 2006) rivelano correlazioni interessanti fra i valori bassi di alcuni indici di prossimità e gli autori accreditati di maggiore cultura tradizionale, e nel contempo manifestano alcune contraddizioni che possono fornire elementi di riflessione alla storia della lingua e dello stile poetico latino.


I CRITERI DELL’EDIZIONE TESTUALE

Le edizioni, presentate in ordine alfabetico di incipit, sono state realizzate per la maggior parte dai filologi che hanno collaborato al processo di preparazione del progetto, secondo le proprie competenze e inclinazioni. Le acquisizioni scientifiche delle prime tre riunioni e dei relativi volumi hanno costituito la base per uno standard di conoscenze condiviso. La finalità non solo filologica ma anche linguistica della ricerca si associa alla sempre più condivisa esigenza di testi che rispecchino documenti effettivamente circolati in un contesto storico nel consigliare il maggior rispetto possibile del testo tràdito, salvo ovviamente l’errore meccanico che si riveli con evidenza come tale. Su questa base sono state elaborate indicazioni comuni che caratterizzano questa edizione, e a cui si sono adeguati tutti i collaboratori, ma ognuno in diversa misura e secondo la propria sensibilità:

Variazioni allo standard si possono registrare nella scelta di inserire o non inserire notazioni di commento e discussioni più o meno analitiche degli errori-guida, e di approfondire o meno le ipotesi attribuzionistiche: in generale, comunque, i limiti anche fisici di un’edizione che per 28 poesie occupa solo nella versione a stampa oltre 600 pagine hanno consigliato di fornire in questa sede solo il testo e gli elementi usati per la sua ricostruzione e per l’analisi "metrica" e linguistica. Ogni studio ulteriore potrà basarsi su questi dati, e soprattutto sul confronto fra questi e l’edizione musicale, ma dovrà necessariamente andare oltre.

Nel complesso sarà utile ricordare che non si tratta in alcun modo di un rifacimento della benemerita edizione Strecker dei Rhythmi di età merovingia e carolingia: sia perché questa è la prima edizione che comprenda anche le musiche, che Strecker e gli altri editori invece non pubblicano; sia perché dei 28 testi presenti in questo volume molti non erano compresi nella raccolta Strecker o perché editi da Dümmler o Traube in un volume precedente dei Poetae Latini aevi Carolini, o perché ancora sconosciuti (Adam, Arbor natus). In generale l’ultima edizione dei testi già editi fra questi 28 è dispersa fra quattro volumi dei Poetae, edizioni su rivista (Adam), edizioni di singoli autori (Norberg per Paolino d’Aquileia, Weber per Gotescalco), edizioni in miscellanee (Aurora) o in antologie (A solis). Il caso sarà ancora più vistoso per il volume sugli inni ritmici, che Strecker ha intenzionalmente escluso dalla sua raccolta.


DEBITI

è inutile dire che un’impresa di questa mole e complessità, quale che ne sia la qualità dei risultati, ha debiti con un’infinità di persone e istituzioni, ed è impossibile ricordarle tutte. Gli enti che hanno collaborato sono elencati nel frontespizio dell’edizione, così come gli editori e i collaboratori al CD-ROM. Ma non posso omettere un pensiero grato a Claudio Leonardi, che questo Corpus ha voluto e favorito; a Caterina Tristano e ai giovani paleografi del CISLAB, che ne hanno sostenuto gli esordi; ai "pionieri" che hanno partecipato alle tre euroconferenze; ai colleghi ignoti che ne hanno consentito l’onerosa realizzazione fornendo le valutazioni positive che hanno valso al progetto i finanziamenti richiesti al Ministero della Istruzione Ricerca e Università; ai membri del comitato scientifico e in particolare a Konrad Vollman che ha generosamente riletto l’intero volume; alle collaboratrici Alessandra Terracina, Cristiana Cartocci, Elisa Brunoni, Arianna Ciula, Patrizia Stoppacci che hanno contribuito con competenza e paziente dedizione alla risoluzione dei tanti problemi tecnici, filologici, informatici e redazionali che il Corpus – e le iniziative ad esso collegate – hanno presentato. A Luigi Tessarolo, la cui perizia tecnica è pari alla capacità di comprendere le problematiche filologiche. E ad altri, che hanno cominciato con noi e che per diversi motivi non hanno accompagnato l’impresa fino all’arrivo ma il cui contributo è stato comunque prezioso.

Con tutto ciò, in molti dettagli il risultato di questa fatica è, agli occhi di chi lo ha progettato, ancora lontano da quel che ci si immaginava e forse sproporzionato al costo finanziario, scientifico e umano che ha richiesto. Su questo hanno pesato certamente la convinzione in una filologia del documento e della ricezione creativa, che ha comportato la definizione di esigenze filologiche molto impegnative e due decisioni nuove rispetto alle convenzioni ecdotiche del settore: l’adozione di una pubblicazione che, per registrare tutte le forme del "testo", prevede per molti elementi una forma digitale, che andava progettata ex novo e che ha richiesto l’elaborazione di un software specifico – e la necessità di acquisire, conservare e pubblicare tutte le 140 riproduzioni delle fonti dalle 40 biblioteche che le posseggono, esigenza che ha richiesto come si può capire una mole enorme di lavoro anche tecnico e burocratico. Decisioni che hanno spesso bloccato la conclusione di progetti analoghi, e che non siamo sicuri di avere in futuro il personale e le risorse per poter mantenere nei prossimi volumi. Ma nel suo impianto di base questo esito tutto sommato rispecchia abbastanza fedelmente l’idea originaria e si sforza di proporre un modello nuovo di edizione, che tradisca il meno possibile la creativa mobilità e il contesto esecutivo del testo medievale. Quando l’entusiasmo per la ricerca si raffredderà sotto il peso di incombenze universitarie sempre più ramificate e improprie, quello che possiamo sperare è che si trasmetta a coloro che sono ancora in grado di percepirne l’appello e li sostenga nell’impegno a superare ogni volta la comodità delle convenzioni.