3.1 — Ad cenam agni prouidi

NotazioneDatazionesec. X
TipoSankt Gallen
Note

I neumi aggiunti in Mü5, che sono i più antichi, appartengono alla tipologia sangallese: sembra assente l’utilizzo del punctum, ma sono accuratamente segnalati i vari fenomeni di liquescenza che danno indicazioni esecutive riguardo alcuni nessi consonanti, specie per i frequenti casi di incontro tra nasali e occlusive. I neumi in campo aperto, non previsti nell’atto della stesura del testo, sono trascritti nell’esiguo spazio interlineare e sono perciò necessariamente adiastematici. I neumi sono scarsamente leggibili in più punti, per tale motivo la trascrizione è desunta da tutte le strofe e non rappresenta i neumi di una in particolare.

TrascrizioneTrascrizione
alfanumerica
1? 1 3c 1 2b 1 2a 1 | 1 2a 2a 2b 2b 2b 2b 2a | 1 1 3c 2b 1 1 2b 2a | 1 2b 1 3c 2b 2b 2a 1
Melodia

Basandoci sulla sola sequenza dei neumi, che non varia, se non in minima parte, tra le diverse strofe, possiamo accostare questa melodia a quelle segnalate nei MMMA come mel. 4(5) (Klosterneuburg, Stiftsbibl. 1000 del XIV s.) e 4(6) (Einsiedeln, Stiftsbibl. 366 del XII1); quest’ultima presenta alcune divergenze rispetto alla 4(5), talora condivise con la nostra. Entrambe sono state trascritte nei codici riportati dallo Stäblein proprio sul testo di Ad caenam agni providi.

Trascrizioni storiche
 mel4.5.PNG
Edizioni musicali


Trasmissione

Nei MMMA Ad caenam agni providi si trova legata alle melodie: n. 3 (Einsiedeln, Verona[1] e Gaeta), 4 (Klosterneuburg e ancora Einsiedeln); 58 (Innario cistercense); 71, 133 e 150 (Paris, BnF nal 1235); 103 (Moissac – Va4); 171 (Paris, B. de l’Arsenal 279 – XIII s.); 414, 415 e 416 (Worcester). Oltre a Huesca, Archivo de la Catedral, 1, f. 26r, ormai tardo (XI/XII s.), aggiungiamo tre codici.

1) München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 17027, s. X, affine a mel 4(5) - come Heusca,1 - e a mel 4(6) nei MMMA. 

2) Oxford, Bodleian Library, Misc. Lit. 366, f. 150v, s. XI, segnalato da Boynton[2],  cientra nell’alveo della mel. 3 dei MMMA, ampiamente utilizzata per Ad caenam agni providi. Tuttavia, la variante che più le somiglia, pur tenendo conto dei leggeri scarti tra le strofe già constatati da Boynton, è la 3(4), associata dallo Stäblein (p. 229) ad Aurora lucis rutilat in base al codice Klosterneuburg, Stiftsbibliothek, 1000 (a. 1336).

3) London, BL Cott. Vesp. D.XII, ff. 69v-70r, s. XI m., segnalato da Boynton[3]. Presenta una notazione in campo aperto ma con tendenza diastematica: si riconosce perciò con maggiore facilità la parentela con la melodia riportata nei MMMA n. 171:113 (Paris, Bibl. de l’Arsenal 279, sec. XIII). Nel testo non sono presenti anomalie sillabiche (il verso con prostesi è corretto con et stolis albis candidi). 

Infine, in Va4 i neumi aggiunti alla prima strofa sono diastematici e la melodia che se ne ricava, già trascritta nei MMMA, sembra essere un unicum nel repertorio del canto gregoriano. 


[1] La melodia nel Veronese è condivisa con Aurora lucis e Rex Aeterne. Non vi sono discrepanze testo-musica poiché è stato adottata la versione della famiglia α, dove le anomalie sillabiche sono ormai corrette: #f. 86v# Ad cénam agni p(ro)vidi et stolis albis can|didi post transitum maris rubri | #87r# christo canamus principi Cuius corpus sanc|tissimum in ara crucis torridum cruore | eius roseo gustando vivimus deo P(ro)tecti | pasché vespere a devastante \ang(e)lo/ erepti de du|rissimo pharaonis imperio Iam pascha | nostrum christus est q(ui) immolatus agnus est | sinceritatis azima caro eius oblata est | O vere digna hostia p(er) quam fracta sunt | tartara redempta plebs capti+?+[[va]]ta | reddita vite premio Cum surgit chr(istu)s | tumulo victor reddit de baratro | #f. 87v# tyrannum trudens vinculo et reserans pa|radysum Q(uesumu)s auctor Gl(ori)a tibi d(omine).

[2] In Boynton, Susan, Orality, op. cit., p. 117.

[3] Ivi, p. 116.